Invito a partecipare alla vita politica per una dimensione collettiva. Intervista a Dimitrij Palagi

in vista delle elezioni comunali che si terranno, in contemporanea con le elezioni europee, 8 e 9 giugno, abbiamo avviato una serie di interviste ai candidati sindaci, tra cui Dimitrij Palagi, candidato per la lista civica Sinistra Progetto Comune.

Tomaso Montanari aveva cercato di instaurare un dialogo tra diverse forze della sinistra e anche del centro-sinistra, esterne o uscenti dal PD, ma questo accordo poi è saltato pare anche per responsabilità anche di Sinistra Progetto Comune, che si è staccata da questo progetto, ad un certo punto. Possiamo sapere perché avete deciso di correre da soli alla fine?

Noi avevamo iniziato il nostro percorso nell’estate del 2023, dicendo che volevamo costruire una coalizione la più ampia possibile in alternativa al centro-sinistra. Fino alla fine del 2023 non era ancora chiaro se ci sarebbero state le primarie o no all’interno del centro-sinistra e ci è sembrato di capire che le ragioni di rottura nell’interno dell’ambiente a cui noi abbiamo fatto opposizione negli ultimi 15 anni, rispetto alla giunta Renzi e alle due giunte Nardella, erano ragioni di mancata alleanza interna, non tanto sui contenuti politici, quanto sullo strumento delle primarie.

A noi le primarie del centro-sinistra non interessavano, avevamo proposto un ambito che fosse di alternativa, c’era un’interlocuzione aperta col Movimento 5 Stelle, che ha mantenuto un’incertezza fino all’ultimo momento, e anche da parte di Firenze Democratica c’è stata una decisione molto a ridosso dell’inizio della campagna elettorale, per cui noi abbiamo deciso all’interno del percorso e comunque era partecipato, non sono state singole persone a prendere la decisione, di mettere in sicurezza l’idea che ci deve essere un’alternativa rispetto al centro-sinistra.

È molto probabile che ci saranno due turni, noi confidiamo di andare al ballottaggio; abbiamo esplicitamente escluso ipotesi di apparentamento, l’apparentamento dal punto di vista tecnico vuol dire entrare in giunta con forze a cui abbiamo fatto opposizione, quindi su questo c’è un elemento di valutazione sulla responsabilità che ovviamente ogni persona è libera di esprimere. A noi dispiace molto che l’associazione 11 agosto abbia scelto di non presentare una lista, prendiamo atto che ci sono delle responsabilità che si sceglie di attribuirsi, e da parte nostra ci assumiamo la responsabilità di aver voluto mantenere un ambito plurale ma che comunque fosse in un ambito di alternativa rispetto al centro-sinistra.

Se volete vi aggiungo anche un ultimo dettaglio, la nostra visione alternativa è al piano operativo di adesso e anche al piano operativo che era stato presentato dalla persona che è candidata da Firenze Democratica, non ci sono questioni personali, ma la visione alternativa è su tanti punti di contenuti.

È stato posto il veto (da Sinistra Progetto Comune)? O almeno così ci è stato detto da Firenze Democratica.

No, la narrazione del veto è legittima, la rispetto, e noi abbiamo preso l’impegno a differenza di tutte le altre coalizioni di non entrare in polemica con le altre coalizioni, quindi ogni coalizione decide di dire quello che vuole, noi non abbiamo posto nessun veto, abbiamo posto la chiarezza sul percorso e sui tempi. Pensiamo che la politica non si esaurisce nel momento elettorale, e non è che a tre mesi dal voto si può far finta che non ci sia stato un prima e che non ci sia un domani; si vince le elezioni nella chiarezza di ciò che si vuol fare quando si va al governo, non ci si allea semplicemente contro il PD, noi siamo alternativi al PD ma siamo alternativi alle politiche del centro-sinistra e alle destre.

Proprio per questo noi le volevamo chiedere, anche perché molti nostri lettori sono ragazzi alle prime elezioni che magari sono anche un po’ disorientati, come mai una persona, comunque di sinistra, non dovrebbe votare il centro-sinistra al giorno d’oggi?

Perché il centro-sinistra negli ultimi vent’anni ha rinunciato a un’idea di alternativa di società, si dice che le posizioni della sinistra sono troppo ideologiche, ma questo è un modo per nascondere il fatto che c’è stata un’unica ideologia che ha governato l’Europa e gli Stati Uniti negli ultimi anni facendo dei disastri, penso alla crisi climatica, penso al terrorismo che è stato alimentato dalle guerre che sono state volute dai governi occidentali, sto parlando ovviamente del 2001, penso alla violenza con cui si è scelto di reprimere il movimento No Global a Genova e penso alle politiche di privatizzazione, alla crisi economica che c’è stata. C’è già stato un fallimento di quella che era chiamata globalizzazione, costruzione del villaggio globale, nell’inizio del nuovo millennio che è stata governata dal centro-sinistra, con politiche che non erano alternative rispetto alle destre, tanto che oggi le destre, penso alla stessa Meloni, ma si può pensare agli Stati Uniti o alla Gran Bretagna, che raccolgono consenso tra quelle classi sociali che storicamente erano le classi sociali della sinistra. Quindi capisco che una persona sia disorientata perché c’è il timore delle destre, ma noi abbiamo un centro-sinistra che in Italia e a Firenze è la migliore garanzia dello stato di cose presenti, non è una garanzia di cambiamento, è anche la ragione per cui abbiamo scelto di non rinunciare al nostro progetto politico perché abbiamo sempre preso delle decisioni ben precise, il ché non vuol dire che riteniamo uguali Fratelli d’Italia e il Partito Democratico, questo assolutamente no, però il PD ancora oggi, nonostante quel vento di novità che viene raccontato sul sistema d’informazione, è un partito che ha idee politiche conservatrici, politiche di apparente mantenimento dell’equilibrio che dà un’apparente tranquillità ma che rimuove il fatto che invece aumentano le disuguaglianze, aumenta la precarietà, aumentano i disservizi e aumenta il senso di abbandono da parte delle persone.

Iniziamo a parlare di Firenze, abbiamo qui la domanda di un lettore: “Nel programma elettorale di Sinistra Progetto Comune spicca la proposta di creare isole green di isolati pedonali dove non vengono permesse le macchine, come sperimentato a Barcellona; come si potrebbe attuare in una città piccola e con una mobilità astrusa come Firenze?”

Mettendo al centro il diritto alla mobilità, noi abbiamo una città che ha tantissime barriere architettoniche, le persone che hanno difficoltà motorie o altri tipi di fragilità faticano a spostarsi, non è l’auto privata la soluzione per una città come Firenze, che è relativamente piccola, ma sicuramente piccola per la soluzione delle auto private; la soluzione deve essere il trasporto pubblico locale, e questo può cambiare alcune zone in favore della pedonalità, quello che non si può fare è quello che è stato fatto per esempio in piazza Duomo, c’entra relativamente con la domanda ma mi sembra utile da specificare che secondo noi quello è stato un errore. Quindi, vuol dire saper individuare quelle che sono le aree, all’interno dei centri abitati, che meglio si possono rapportare all’interno di un disegno di trasporto pubblico locale; quella posizione nel nostro programma è una posizione di cui siamo molto convinti ma che deve legarsi certamente al garantire il diritto alla mobilità, quindi vuol dire una riflessione sugli spazi pubblici e le occupazioni del suolo pubblico, penso anche alle attività di somministrazione, o dove si svolgono le attività di socialità, e penso al trasporto pubblico locale perché, tolta la tramvia, è un totale disastro; la privatizzazione di ATAF e la gara regionale che c’è stata sul trasporto pubblico su gomma hanno comportato il fatto che oggi in città è difficile spostarsi.

La domanda seguente è invece riguardo forse uno dei maggiori temi di questa campagna elettorale, che è la sicurezza, sul quale più o meno tutte le forze politiche in campo ci sono sembrate piuttosto allineate, tranne voi probabilmente.

Mi fa piacere. (ride, ndr)

Nel programma ci sono diverse proposte in merito, non crede però ci sia bisogno anche di forze dell’ordine o comunque di un aumento del sostegno alle forze dell’ordine per contrastare un problema che effettivamente c’è, e di cui le forze dell’ordine possono essere una delle soluzioni

Noi non escludiamo l’uso delle forze dell’ordine, faremmo filosofia nel discorso del superamento delle forze dell’ordine, però non è questo che abbiamo nel programma. Servono due elementi di realtà e di concretezza: il primo non lo decide il comune di Firenze, ovvero l’uso delle forze dell’ordine. Ma la polizia municipale? La polizia municipale non ha funzione di ordine pubblico, è ausiliare, questo è un fraintendimento enorme che c’è stato; la polizia municipale può garantire una presenza sul territorio che deve accompagnarsi agli altri servizi comunali e deve essere un servizio di prevenzione, ascolto e accompagnamento rispetto a quelli che sono i problemi. Le forze dell’ordine a oggi sono degli strumenti inevitabili che devono essere utilizzati. L’altro elemento di realtà e concretezza è che non ci sono forze dell’ordine aggiuntive da richiedere al governo nazionale; possono arrivare ma in maniera assolutamente ridotta, c’è un piano di pensionamenti che non corrisponde a un piano di concorsi pubblici di assunzione. Quindi tutte le altre coalizioni che chiedono più forze dell’ordine stanno chiedendo una cosa che non è reale, che non è credibile rispetto a un elemento fondamentale, tanto è che noi abbiamo un’interlocuzione che vogliamo aprire in maniera sistematica con le realtà sindacali delle forze dell’ordine, perché non dimentichiamoci che chi indossa la divisa è un lavoratore o una lavoratrice. Ad esempio la polizia municipale da anni chiede di avere degli armadietti dove poter depositare la propria arma, da non portare all’interno delle proprie famiglie. Quindi noi non escludiamo il fatto che ci sia questo ambito, è che quell’ambito viene discusso in prefettura, con questura e prefettura; il comune di Firenze deve fare tante altre cose che in questi anni ha smesso sistematicamente di fare, siamo passati da poco meno di una decina di operatrici e operatori di strada a meno di quaranta, che comunque sono pochissimi, tanto più se sono servizi in appalto è interessante anche andare a vedere le condizioni di lavoro di chi lavora in strada, quindi i servizi presenti sul territorio sono servizi che mancano.

Aggiungo un’altra cosa di cui ci farebbe piacere parlare, ma sappiamo che in questo caso c’è un problema di competenze, noi parliamo ad esempio del traffico di droga e di sostanze stupefacenti, ci concentriamo su singoli episodi finali, non ci concentriamo su quello che è il ruolo della criminalità organizzata. Firenze, noi sappiamo, è una delle città che è più interessata da fenomeni di riciclaggio e da fenomeni di sfruttamento del mercato delle sostanze stupefacenti, questo per aggiungere che è vero che nel nostro programma noi soffermiamo solo su alcuni aspetti, ma solo perché vogliamo insistere su quello che possiamo fare direttamente noi. Poi il dibattito delle altre forze politiche a me sembra incentrato sul fatto che non si vogliono assumere la responsabilità di che cosa potremmo fare effettivamente. 

Anche perché un altro tema importante è quello del disagio, che sfocia poi ovviamente anche in quello della sicurezza.

A proposito volevo aggiungere un paio di punti, noi siamo assolutamente favorevoli alla legalizzazione delle droghe leggere, che riteniamo allo stesso livello di alcool o tabacco, il che non vuol dire che favoriamo le dipendenze, ma sicuramente sarebbe una mossa che toglierebbe molto campo alla criminalità organizzata; l’altra questione è la clinicalizzazione del tema della salute mentale, e questo riguarda in particolare le giovani generazioni, ma non solo, c’è un problema di salute mentale e di benessere che viene affrontato soltanto come se fosse una questione sanitaria individuale quando invece sono diversi aspetti sociali, il che non vuol dire condannare condizioni di marginalità o episodi di criminalità, ma è chiaro che una persona che ha una dipendenza è una persona che non sta bene, e quindi non è solo un problema sanitario, ma anche un problema sociale.

Stiamo assistendo negli ultimi anni al costante aumento del valore degli immobili all’aumento del fenomeno dell’overtourism, che non permette di fatto ai cittadini di vivere e di conoscere il centro storico della nostra città. Quali provvedimenti ritiene importanti da portare avanti su questo fronte?

Per quanto riguarda il tema del turismo, non è casuale, il comune di Firenze investe troppe risorse per la promozione turistica, non da un anno, da molti anni, a proposito di visioni alternative rispetto allo sviluppo della città che non si risolve in poche settimane; la promozione turistica di Firenze è una promozione basata su un modello insostenibile, perché viene consumata, vengono nascosti i costi del turismo, vi faccio solo due esempi sono i servizi ambientali, quelli per cui si paga la Tari, e lo svuotamento delle fosse biologiche, che sono spesso a carico della residenza o comunque della cittadinanza del comune di Firenze. Quindi sul tema del turismo serve spendere meno per promuoverlo, e un’operazione di verità rispetto a quelli che sono i costi; avremo un G7 del turismo a novembre a Firenze, la nostra è una citta importante per la tradizione del movimento No Global, noi abbiamo proposto anche a Federalberghi, anche ai soggetti direttamente interessati, di fare un contro G7 di verità che chiarisca quelli che sono i numeri legati al turismo e quelle che possono essere le politiche sul turismo.

Questo riguarda anche la necessità di fare un censimento di tutti gli immobili sfitti e non utilizzati, ci fa piacere che quest’idea, dopo che ci è stata bocciata per dieci anni, sia stata accolta anche da altre coalizioni, è una cosa positiva, perché aumenta le possibilità che verrà fatta a prescindere da chi vinca le elezioni comunali; anche questo è un elemento di informazione perché noi abbiamo una retorica della piccola proprietà che ha bisogno di mettere la seconda casa negli affitti brevi perché non è intitolata per gli affitti lunghi. La mancata tutela della piccola proprietà è un elemento assolutamente vero, l’altro elemento interessante sarebbe capire quante piccole proprietà abbiamo e quanto invece il mercato è in mano a grossi gruppi che stanno concentrando la proprietà. Quanti fiorentini vivono di turismo e che tipo di ricchezza questo comporta. È un ambito di sfruttamento molto forte quello del turistico recettivo e delle attività di somministrazione, niente di nuovo, i dati lo dicono, anche su questo noi abbiamo proposto un uso della polizia municipale, che non criminalizza chi fa impresa e attività economica, ma ad esempio toglie la concessione di suolo pubblico, perché è suolo pubblico, a chi viene scoperto sfruttare a nero o in condizioni non corrette le persone sul nostro territorio. Per gli affitti brevi, la norma necessaria che potrebbe partire a livello regionale, è di competenza della regione, ci sono anche sentenze recenti che lo confermano, quindi noi potremmo individuare una destinazione urbanistica specifica per gli affitti brevi, chi dice che l’urbanistica non è uno strumento per incidere sugli affitti brevi dice una cosa su cui non concordiamo, dobbiamo poter distinguere chi fa economia di sopravvivenza da chi fa attività economica.

Firenze ha problemi di mobilità, sia per quanto riguarda i collegamenti con il centro, sia per quanto riguarda i collegamenti fuori dal centro e con l’area metropolitana. Cosa pensa si debba fare su questo piano, e se è favorevole alla tramvia, in quali limiti e in che modo si pone all’attuale progetto?

Puntiamo al trasporto pubblico locale gratuito in 5 anni, invertire il percorso di privatizzazione di ATAF, tornare indietro rispetto alla gara regionale, sono tutti una serie di errori di cui abbiamo verificato le conseguenze. Per il centro storico c’è un disastro, è stato annunciato durante la pandemia un nuovo piano per il centro storico ma non l’abbiamo nemmeno visto. Lì va estesa la ZTL 24/7 e garantita la possibilità di accedere al trasporto pubblico locale. Invece riguardo l’area metropolitana, polarizzare la discussione su tramvia sì tramvia no è stato un capolavoro di comunicazione pubblica del PD che ha spostato l’attenzione dato che tolta la tramvia, rimangono poche linee, sempre meno forti, che collegano con le aree più distanti del comune. Noi siamo a favore di tutto ciò che rafforza il trasporto pubblico locale.

Oltre a ciò di cui abbiamo parlato finora, quali crede siano i provvedimenti essenziali da portare avanti per la città di Firenze?

Aggiungo un elemento che non riguarda tanto l’ambito delle comunali, ma ci tengo a dire che la questione del comando NATO a Rovezzano sia un problema di credibilità di Firenze come città di pace.

Quanto può influire il comune su questo tema?

Su tutte le politiche urbanistiche e di mobilità intorno alla base, assolutamente può incidere, e poi c’è un’azione politica, perché noi facciamo politica, non vinciamo concorsi pubblici per andare a lavorare negli uffici, e quindi ci sono anche delle prese di posizione fisiche e quindi se c’è da andare fisicamente a protestare rispetto a quelle che sono decisioni che passano dal ministero lo si fa.

Un altro tema di cui si parla troppo poco è il rapporto tra carcere e città. Noi abbiamo una discarica sociale a Sollicciano. Tante persone potrebbero accompagnare la loro pena fuori dal carcere, sono persone che però non hanno percorsi alternativi, ci sono tutta una serie di progetti che erano stati avviati ma mancano spazi a disposizione e soprattutto mancano percorsi che ricostruiscano il rapporto tra carcere e città; adesso chi esce dal carcere esce in condizioni peggiori rispetto a come ci è entrato.

Ultima domanda: perché uno studente, al suo primo voto, dovrebbe darlo a lei?

Perché credo che chi si affaccia alla politica per la prima volta possa avere meno rassegnazione, e quindi dare un voto più convinto a quella che è un’esigenza di cambiamento, e perché credo che la nostra area politica sia quella che può garantire maggiore continuità rispetto a una visione che non si esaurisce al momento elettorale, quindi dopo il voto avrà comunque sostenuto uno spazio dove noi invitiamo le persone a partecipare, stiamo insistendo molto sulla dimensione collettiva, plurale, e sulla dimensione del noi, e crediamo di essere la coalizione che ha più attenzione anche al tema del futuro come dimensione che viene negata alle nuove generazioni, che appunto riguarda il sociale, la trasformazione del lavoro, la mobilità, la questione ambientale e le questioni della pace. Sono posizioni che riguardano la politica globale, nazionale ed europea, ma declinato a livello di elezioni amministrative. L’invito, più che a votare noi, è a partecipare alla vita politica. Più che voto, se queste elezioni fossero utili per permettere alle persone di affacciarsi anche alla vita istituzionale, sarebbe positivo; lo dico da persona che ha iniziato la sua attività politica dando per scontato che non avrebbe fatto attività istituzionale, e che è entrato nelle istituzioni dopo tredici anni di militanza politica fuori dalle istituzioni. L’invito che faccio è far politica, organizzarsi, praticare il conflitto, che non è violenza, il conflitto è esprimere le proprie idee e confrontarsi con le altre persone e assumersi la propria responsabilità.

A cura di Niccolò Generoso, Niccolò Moretti e Tommaso Casanovi

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