In vista delle elezioni comunali che si terranno, in contemporanea con le elezioni europee, 8 e 9 giugno, abbiamo avviato una serie di interviste ai candidati sindaci, tra cui Stefania Saccardi.
Nell’ultimo appuntamento elettorale ancora non esisteva Italia Viva, però gran parte di quella che oggi è Italia Viva, soprattutto a Firenze, ha sostenuto la candidatura di Dario Nardella, come tante altre forze del centro-sinistra. Perché a questo appuntamento si è sentita la necessità di formare una lista nuova e di sostenere una candidata diversa rispetto al Partito Democratico e non di sostenere la candidatura di Sara Funaro, che è la candidatura forse più in linea a detta dello stesso Nardella con la scorsa?
La scelta di formare una lista nuova e sostenere una candidata diversa rispetto al Partito Democratico nasce da diverse ragioni. Innanzitutto, il percorso che il PD ha seguito per definire la candidatura di Sara Funaro non ha lasciato spazio a un confronto democratico interno, contravvenendo allo statuto del partito che prevede le primarie. La stessa segretaria nazionale del PD, Elly Schlein, è stata scelta attraverso le primarie, un metodo che il partito ha sempre adottato, compreso Dario Nardella alla sua prima candidatura.
Questa volta, tuttavia, il PD ha deciso di non fare le primarie, nonostante ci fossero persone, come me e Cecilia Del Re, disposte a candidarsi. Quando si chiude un ciclo amministrativo, come quello attuale, e c’è bisogno di rilanciare il governo della città, le primarie sarebbero state lo strumento più adatto per coinvolgere la base e rinnovare la leadership.
Invece, il PD ha scelto di procedere internamente, senza confrontarsi con la popolazione e decidendo la candidata a sindaco attraverso un processo legittimo ma esclusivamente interno agli organi di partito. Sara Funaro è stata scelta da un ristretto gruppo di persone, mentre la città conta 300 mila abitanti: un maggiore coinvolgimento sarebbe stato opportuno. La candidatura di Funaro si pone in linea di continuità con l’amministrazione Nardella, di cui ha fatto parte per dieci anni, occupandosi di settori chiave come istruzione e servizi sociali.
Inoltre, il PD ha privilegiato alcuni interlocutori politici, come Sinistra Italiana, +Europa e Azione, escludendo di fatto la forza politica che io rappresento. Questo ha reso obbligata la scelta di presentare una nostra candidata. Crediamo che sia necessario un cambiamento rispetto all’attuale amministrazione e che il PD abbia scelto una strada di chiusura, nonostante la legittimità della procedura seguita. Questa arroganza ha precluso la possibilità di un’alleanza con la forza politica che rappresento e con cittadini che non vogliono più questo governo cittadino ma nemmeno votare per il centro-destra.
Abbiamo avuto la possibilità di vedere anche direttamente il discorso con cui lei ha aperto la sua candidatura e in realtà non anche in cui ha aperto la sua candidatura però in un discorso alla Leopolda insieme a Matteo Renzi, di cui colpisce l’ultima frase: “Ci vediamo al ballottaggio”. Tale frase è interpretabile in diversi modi. Ecco, una domanda che forse non si dovrebbe fare però, quanto realisticamente pensa di poter ottenere proprio a livello di numeri e quindi a livello di rappresentanti in consiglio comunale?
Le elezioni sono sempre un’incognita, un po’ come una partita di calcio dove la palla è rotonda e tutto può succedere. Ci sono molte variabili in gioco e il risultato non è mai scontato. Detto questo, credo che la nostra proposta politica possa raccogliere un consenso significativo. Il nostro obiettivo è arrivare al ballottaggio, come ho detto nel mio discorso alla Leopolda.
Siamo consapevoli delle sfide, ma siamo anche convinti che ci sia un forte desiderio di cambiamento tra i cittadini. Molti sono insoddisfatti dell’attuale amministrazione ma non vogliono votare per il centro-destra. Noi offriamo un’alternativa concreta e credibile.
A livello di rappresentanza in consiglio comunale, puntiamo a ottenere un numero di seggi sufficiente per avere un impatto reale sulle decisioni e per poter portare avanti il nostro programma. La nostra speranza è di poter collaborare con altre forze politiche su temi cruciali per Firenze, creando una maggioranza che possa lavorare efficacemente per il bene della città.
Sarebbe ancora aperta un’eventuale collaborazione tra le forze che la sostengono e quella che è poi diventata la lista di Cecilia Del Re? Questo progetto sembra tramontato ormai.
Io sono sempre aperta a collaborare con chiunque sia disponibile a lavorare per il bene di Firenze. Conosco Cecilia Del Re da molto tempo e ho grande stima di lei. Credo che sia una persona di grande valore per questa città e per l’amministrazione.
Anche se in questo momento stiamo correndo con due candidature diverse, questo non ci impedisce di fare battaglie condivise su alcune tematiche che riguardano la città. Credo che le nostre forze politiche possano trovare punti di convergenza su molti temi importanti.
Nonostante le divergenze che ci hanno portato a correre separati, rimango aperta a ogni forma di collaborazione futura che possa giovare a Firenze e ai suoi cittadini. La priorità deve sempre essere il bene comune e, se c’è la possibilità di lavorare insieme per raggiungere questo obiettivo, sono più che disponibile a farlo.
Anche per il PD?
Certo, per tutti. Anche a causa del PD che ha fatto disaffezionare molti elettori. Le scelte che hanno fatto hanno portato a una rottura interna. Non a caso, hanno detto che non avrebbero fatto le primarie per evitare di spaccare il partito, ma alla fine si sono trovati con me, con Cecilia Del Re, con Dmitrij Palagi e con una serie di altre candidature. In pratica, nel cosiddetto centro-sinistra, ci sono 4 candidati.
Quindi, siamo in una fase molto incerta e la partita è completamente aperta. Sono convinta che ci sarà un ballottaggio, poiché nessuna forza politica riuscirà a raggiungere il 50%, anche per ragioni matematiche.
Quali sono le percentuali?
Non posso dirlo con certezza. Credo che Sara Funaro non supererà il 40%. C’è una parte consistente dell’elettorato che si dividerà tra Schmidt e altri, e molti elettori che altrimenti non sarebbero andati a votare potrebbero ritrovarsi nella mia candidatura.
La campagna elettorale sta cercando di polarizzare la partita tra centro-destra e centro-sinistra. Tuttavia, penso che la mia candidatura abbia senso proprio perché ci sono molti scontenti del centro-sinistra che altrimenti starebbero a casa o potrebbero votare per me. Posso rappresentare un’alternativa non di destra alla candidatura di Funaro.
Non c’è dubbio che Sara Funaro rappresenti una continuità totale con l’amministrazione uscente. Sara Funaro è praticamente la continuazione di Nardella. Ci si può aspettare una giunta già preconfezionata, frutto delle mediazioni delle correnti del PD e degli accordi precedenti.
Una giunta in perfetto equilibrio con quella attuale, e immagino anche una struttura amministrativa conseguente. Gli assessori sono importanti, ma lo sono altrettanto i direttori e i dirigenti. Anche la struttura amministrativa sarà quindi una fotocopia di quella attuale.
Chi è scontento degli ultimi 2-3 anni dell’amministrazione della città può trovare una valida alternativa nei miei valori e nei principi del centro-sinistra, senza dover votare per il centro-destra per protesta. Sento tante persone dire che non vogliono più votare per il PD, ma preferiscono votare Schmidt, persone che sono sempre state nel centro-sinistra.
In questo percorso non toglie un po’ di punti anche forse il nome stesso di Matteo Renzi, che è un personaggio molto discusso e a Firenze anche molto amato rispetto ad altri luoghi? Però in questo non è un minus?
Guarda, le elezioni politiche sono una cosa, ma nelle elezioni amministrative si sceglie il sindaco, e il sindaco è una persona. Si sceglie la persona più che il partito. Io penso che Matteo Renzi sia stato un valore per questa città e per questo paese. Se si saltano gli aspetti di simpatia e antipatia legati al carattere e si analizzano i provvedimenti che ha fatto il governo Renzi nei mille giorni più o meno in cui ha governato, vi sfido a trovare un altro governo nella storia repubblicana che abbia fatto tante cose, anche sul fronte dei diritti, come ha fatto quel governo. Alcune cose sono state fatte meglio, altre peggio.
Quando si vota il sindaco, si vota la persona, non un partito politico. Certamente l’area politica di riferimento conta, ma nell’ambito dei valori di appartenenza, si sceglie chi risolve i problemi concreti della città: chi sistema le buche sotto casa, chi garantisce il decoro urbano, chi offre un progetto di città che piace. Non si vota per chi fa battaglie di principio o decide le linee di politica estera. Nelle elezioni del sindaco si sceglie la persona.
Non a caso tanti candidati si presentano con liste civiche in giro per il mondo, per l’Italia, per la Toscana. Anche noi, la mia lista si chiamerà “Al Centro con Saccardi”. Dentro ci sarà anche Italia Viva e la formazione politica di Matteo Renzi. Quindi, non credo che Matteo Renzi tolga o aggiunga punti. Credo che si debba votare la persona in questo caso, anche dentro un quadro politico, e io penso che Renzi abbia fatto bene a questa città e a questo paese.
Proprio perché secondo lei la partita è aperta e la palla è tonda, non è un’opportunità persa il fatto che lei e la Del Re corriate da sole, non insieme? Comunque, se la lista “Al Centro con Saccardi” e Firenze Democratica prendono un 9-12%, e la Del Re un 6-7%, insieme potrebbero davvero dare noia all’andamento di Schmidt. La partita a quel punto sarebbe davvero bella.
Abbiamo lavorato sia io che Cecilia fino all’ultimo per realizzare questa operazione. Anche perché, proprio come dice lei, io sono stata assessore al welfare e, come dice sempre anche Matteo, durante il mio mandato non è morto nessuno di freddo. Con questa amministrazione, invece, le cose sono diverse. Durante l’amministrazione Renzi, dove ero assessore, non era sparito nessuno. Cecilia Del Re ha sempre supportato quell’area politica, l’area un po’ più liberale all’interno del Partito Democratico. Secondo me, questa poteva essere un’occasione.
Cecilia del Re ha parlato molto anche con Montanari. Forse non ci potrà dire tutto, ma Montanari è conosciuto a Firenze, anche per le sue dichiarazioni forti, come quella da Lilli Gruber sui massoni. Secondo lei, perché si è aperta anche su quell’altra sponda?
Non lo so, dovete chiederlo a lei. Cecilia ha fatto un percorso di confronto con tutte le forze politiche, non riconoscendosi in un’area singola. Però, ripeto, è dispiaciuto anche a me. Ci abbiamo lavorato tutte e due per cercare di trovare un accordo. Il fatto che non ci siano oggi le condizioni di una lista unica non vuol dire che non si possa comunque lavorare insieme su obiettivi condivisi e poi valutare cosa succederà al ballottaggio.
Se lei non venisse eletta sindaca, ma passasse comunque in Consiglio Comunale, lascerebbe il suo incarico in Regione per dedicarsi all’opposizione di un’eventuale amministrazione?
Io sono candidata per fare il sindaco, non per fare il consigliere comunale. Quindi io provo a fare il sindaco. Se ciò non avvenisse e io avessi ancora l’incarico in Regione, continuerei a fare quello che sto facendo, dove secondo me ho più possibilità di incidere e di continuare un lavoro che ho già cominciato. In Consiglio Comunale ci sono tanti ragazzi bravi che si candidano nella mia lista e che possono fare esperienza, acquisire competenza e dare sicuramente un contributo più importante di quello che potrei dare io come semplice consigliere.
Uno dei grandi temi di cui si discute in questa campagna è quello della sicurezza, negli ultimi mesi la cronaca ci ha dimostrato che la nostra città sia specialmente in determinate zone soggetta a un grosso degrado che provoca nei cittadini anche un forte disagio a livello della sicurezza come pensi di contrastare questo fenomeno senza ricadere poi in quelli che sono i populismi magari della destra
Ritengo fondamentale agire su vari livelli:
in primo luogo sulle forze dell’ordine, come Comune non possiamo direttamente assumere o controllare Polizia e Carabinieri (solamente i vigili urbani) ma quello che possiamo fare è tutelarli come lavoratori, motivo per cui siamo in contatto con numerosi sindacati delle forze dell’ordine. Inoltre possiamo imporre un calmiere sui prezzi degli affitti per i poliziotti, in modo tale da agevolare il loro trasferimento a Firenze.
A cura di Niccolò Generoso e Niccolò Moretti