Valditara e l’antifascismo: gli scheletri nell’armadio dell’attuale Governo

[…] Siate consapevoli che è in momenti come questi che, nella storia, i totalitarismi hanno preso piede e fondato le loro fortune, rovinando quelle di intere generazioni. Nei periodi di incertezza, di sfiducia collettiva nelle istituzioni, di sguardo ripiegato dentro al proprio recinto, abbiamo tutti bisogno di avere fiducia nel futuro e di aprirci al mondo, condannando sempre la violenza e la prepotenza. Chi decanta il valore delle frontiere, chi onora il sangue degli avi in contrapposizione ai diversi, continuando ad alzare muri, va lasciato solo, chiamato con il suo nome, combattuto con le idee e con la cultura. Senza illudersi che questo disgustoso rigurgito passi da sé. Lo pensavano anche tanti italiani per bene cento anni fa ma non è andata così.

Questo è un estratto dalla circolare inviata ai suoi studenti dalla preside Annalisa Savino, del Liceo scientifico Leonardo da Vinci di Firenze, e aspramente criticata dal Ministro dell’Istruzione e (soprattutto) del Merito Giuseppe Valditara: lo stesso che qualche mese fa aveva proposto “lavori socialmente utili” per “quegli studenti che non hanno la capacità di rispettare le regole e di essere responsabili” (se posso permettermi di dare un consiglio al ministro, un metodo più economico per lo stato sarebbe, forse, l’olio di ricino). Il ministro, ieri ospite a Mattino 5, ha affermato che la lettera della dirigente Savino è “del tutto impropria”, che “non compete ad una preside, nelle sue funzioni, lanciare messaggi di questo tipo”, che “il contenuto della lettera non ha niente a che vedere con la realtà dei fatti, poiché in Italia non c’è nessun pericolo fascista” e, per concludere in bellezza, ha minacciato la stessa dirigente, dicendo che “se questo atteggiamento dovesse persistere e ci dovesse essere un comportamento che va al di là dei confini istituzionali, allora vedremo se sarà necessario prendere delle misure”.

Posso comprendere che la discussione in merito ai fatti che si sono consumati di fronte al nostro liceo lo scorso sabato possano non essere particolarmente cari a Valditara, dato che l’aggressione è partita proprio da ragazzi che distribuivano volantini dell’organizzazione giovanile di un partito della sua stessa coalizione e nel suo stesso governo, ma una figura istituzionale come un ministro non può permettersi di utilizzare certi toni e soprattutto di negare un fatto evidente: l’aggressione di sabato è stata un’azione squadrista, di stampo fascista.

Ciò è stato fatto presente da personaggi certamente più autorevoli del sottoscritto, come il sindaco Dario Nardella il quale sul suo account di Twitter ha dichiarato: “Le parole offensive e oltraggiose per l’autonomia scolastica del ministro sono inaccettabili, per la nostra città e per la comunità scolastica. Il ministro si scusi o si dimetta”. Ma anche la deputata PD Debora Serracchiani, che ha invece chiesto chiarimenti da parte del ministro, interrogando sul “perché non abbia preso invece una posizione forte, decisa e determinata rispetto ai fatti che sono accaduti sabato a Firenze”. Pure il candidato alla segreteria dem Stefano Bonaccini si è espresso in merito condannando Valditara: “Resta in silenzio sull’aggressione di militanti fascisti fuori dal liceo di Firenze sabato scorso, in compenso oggi minaccia provvedimenti contro la preside” definendo il fatto “Grave e inaccettabile”. Ma le critiche al ministro non sono arrivate solo dal Partito Democratico: il deputato dell’Alleanza Verdi e Sinistra Angelo Bonelli ha definito quella della preside Savino “una lettera che si rifà ai principi della nostra Costituzione” e ha affermato che “se dovranno essere presi provvedimenti questi vanno presi nei confronti di un ministro, Valditara, che deve dimettersi”. Altre parole di sostegno alla preside del Leonardo da Vinci sono giunte dall’Anp (Associazione Nazionale Presidi): “Il principio della libertà di espressione garantito dalla Costituzione vale, ovviamente, anche per i dirigenti scolastici”. Anche il presidente dell’Anpi Gianfranco Pagliarulo si è espresso in merito dichiarando: “La lettera della preside è un esempio di sensibilità civile e di pedagogia repubblicana. L’attacco del ministro Valditara contro di lei è inaccettabile. La velata minaccia di future misure disciplinari è la spia del clima di autoritaria intolleranza che questo governo sta promuovendo e diffondendo alzando il clima di tensione nel Paese”.

Se tra i valori dell’antifascismo compare la libertà di espressione, allora quello del ministro Valditara è senza alcun dubbio un attacco ad esso. Inoltre, la nostra Costituzione si fonda sull’antifascismo e il ministro su di essa ha giurato. Perciò non solo è poco consono che una così alta carica dello stato abbia espresso un commento minaccioso e lesivo nei confronti della libertà di pensiero e parola di una dirigente scolastica, ma anche incostituzionale.

È necessario dunque fare una riflessione su cosa l’antifascismo sia e su quale ruolo le istituzioni debbano avere nei confronti dello stesso poiché, per citare un altro articolo, l’Italia è una repubblica antifascista per legge, non per opinione.

A cura di Niccolò Generoso

 

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