Di antisessismo e di millantate altre conquiste della nostra società

  Questo articolo fa parte del numero 25 del MichePost, uscito in formato cartaceo l’8 maggio 2021


Ti capita mai di dover cambiare marciapiede quando vedi un gruppo di uomini o ragazzi in lontananza e di aver paura di sentirti giudicata e squadrata in modo molesto? Ti capita mai di sentirti dire di essere “poco femminile” per il modo in cui ti vesti o per il linguaggio che usi? Ti capita mai di dover mantenere la calma durante un litigio per evitare che ti diano dell’isterica o che diano la colpa alle mestruazioni? Ti capita mai che il professore o la professoressa chiami solo compagni maschi quando c’è da spostare una cattedra o dei banchi? Ti capita mai durante le feste che un ragazzo ci provi spudoratamente con te in maniera insistente, nonostante che tu gli faccia capire che non sei interessata? Ti capita mai che qualcuno ti chiami “troia” per il modo in cui sei vestita o truccata? Ti capita mai di tornare a casa la notte ed avere paura di qualunque persona incontri per strada? Ti capita mai di sentirti dire una battuta sessista e non sapere come rispondere? Ti capita mai di uscire di casa senza esserti depilata e se sì, ti hanno fatto battutine non richieste? Ti capita mai di essere trattata da tuo padre, da tuo fratello, dal tuo ragazzo come una persona sempre da proteggere poiché ti vedono fragile e sensibile come se non fossi in grado di difenderti da sola solo perché sei una ragazza?

Se la risposta a tutte queste domande è “No” vuol dire che chi sta leggendo è un maschio bianco etero cis (il termine indica che c’è una corrispondenza tra il genere attribuito alla nascita e il genere che si avverte come il proprio). Chi nasce con un apparato riproduttivo maschile ha un privilegio, e il primo passo per decostruirlo, necessariamente, è rendersene conto. Basti pensare a tutti gli esempi prima citati (ce ne sarebbero molti altri) per arrivare alla conclusione che un uomo si trova in una condizione favorevole rispetto ad una donna. Il problema non è avere il privilegio, perché nessuno sceglie di nascere maschio o femmina, ma è non ammettere di averlo e non fare niente per cambiare la propria posizione privilegiata. Il sessismo è un problema che purtroppo riguarda quasi qualsiasi ambiente sociale, dalla politica alla scuola allo sport alla musica. Ciò accade perché ormai abbiamo un obbligo sociale a rispettare determinati ruoli. Il fatto che l’uomo debba sempre farsi vedere agli occhi degli altri come forte, coraggioso e sicuro di sé non danneggia solamente la donna, che invece deve essere subordinata e protetta, continuamente considerata debole e fragile, ma anche l’uomo stesso, dato che fin da piccolo gli viene insegnato a non essere debole, a non “fare la femminuccia” e dunque a reprimere i suoi stessi sentimenti. Nei maschi l’aggressività è normale, anzi, è proprio una delle caratteristiche per “diventare uomo”, mentre le bambine vengono incoraggiate a stare tranquille e la loro aggressività viene fatta percepire loro come inadeguata. Così come quando una donna adulta è arrabbiata viene definita isterica (parola che deriva da utero), emotiva e irrazionale, quando in realtà la rabbia è un sentimento come tutti gli altri, ma essendo abituate a soffocarla ci troviamo anche paralizzate in situazioni di aggressione.

Il machismo, (esibizione esagerata di virilità, fondata sulla presunta superiorità psicofisica del maschio rispetto alla femmina), l’omofobia, l’eteronormatività (la convinzione, spesso legata all’omofobia, che l’eterosessualità sia l’unico orientamento sessuale o norma unica per la sessualità, e che le relazioni sessuali e coniugali siano appropriate solo tra persone di sesso opposto) sono dunque tutti comportamenti che ci vengono imposti dalla società patriarcale nella quale viviamo.

Fin da piccolissime abituiamo le bambine a ricevere commenti sull’aspetto fisico e sui loro vestiti, e viene quindi insegnato prestissimo che il loro ruolo è quello di essere belle per piacere agli uomini. I corpi delle donne, anche solo guardando le pubblicità, i videogiochi, i cartoni, vengono rappresentati in maniera ipersessualizzata e spesso non hanno nemmeno un ruolo preciso e sono rappresentate in posizioni inverosimili, tutto questo solo per il piacere di quell’uomo etero che guarda. Siamo così abituate a sentirci osservate e giudicate con i canoni di donna perfetta che la società impone che finiamo per non piacere nemmeno a noi stesse, poiché non è questo lo scopo, dobbiamo piacere “a loro”.

Quante volte ci sentiamo dire che gli uomini sono fatti così, non sono capaci di controllarsi e che quindi è nostro compito non vestirci “troppo” scollate o con i pantaloncini “troppo” corti? Si tratta di un fenomeno radicalmente sbagliato: è necessario che agli uomini si insegni a non ricercare il sesso a tutti i costi, ma il sesso chiaramente e liberamente consensuale. Colpevolizzare la propria ragazza perché non si ha un rapporto sessuale con lei da più di una settimana, approfittare di una sbronza o, addirittura, usare la forza, hanno alla base tutte la stessa idea, ovvero quella che il consenso della ragazza importa poco, ma importa ottenere il sesso. Potremmo elencare migliaia di atteggiamenti sessisti, dai più abusivi ai meno, ma spesso essere una ragazza vuol dire subire una serie di comportamenti normalizzati dalla società che inevitabilmente ci portano a considerarci inferiori all’uomo. Noi non ci stiamo più, non vogliamo più stare zitte e subire dai nostri amici, compagni, ragazzi, padri, atteggiamenti prevaricatori che ci hanno sempre fatte sentire inferiori e prive di forze nel far valere la nostra opinione davanti a tutte e tutti.

A cura ci Collettivo Sum

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