I grandi capolavori del cinema in stop-motion

Una delle tecniche cinematografiche più affascinanti è molto probabilmente la stop-motion. Tutti, almeno una volta, hanno visto un film o un cortometraggio stop-motion. Il nome forse non dice niente, ma basta nominare capolavori di questo genere come Nightmare Before Christmas, di Henry Selick, del 1993, oppure l’Isola dei cani, di Wes Anderson, del 2018.

Ma che cos’è la stop-motion? È una inusuale tecnica di animazione che si effettua tramite scatti fotografici, poi riprodotti in sequenza, per formare un’azione o una scena. Grazie ad essa è possibile creare scene spesso irrealistiche, animando ovviamente oggetti di uso comune ma spesso pupazzetti che diventano i personaggi principali del film. Esistono molti tipi di animazione per questa tecnica, ma la più famosa ed utilizzata è il Passo Uno, che sfrutta una particolare cinepresa che impressiona un fotogramma alla volta, azionata dall’animatore. Con questo processo è possibile riprodurre appunto scene, usando pupazzi di tutti i tipi. È anche possibile realizzare film in tecnica mista, usando effetti speciali. Questa tecnica unisce dunque montaggio, fotografia, grafica e tanta creatività.

L’Isola dei cani, come si diceva, è un ottimo esempio di film in stop-motion che, come molti altri che usano questa tecnica, è caratterizzato da una trama surreale: in un’isola del Giappone il governo ha deciso di trasferire gran parte dei cani randagi del paese, a causa del sovrappopolamento della specie. Personalmente ho trovato il film interessante, e si nota straordinariamente la grande ossessione del regista Wes Anderson nel far vedere e risaltare tutti i possibili dettagli, anche quelli più spiacevoli. La sua crudezza, infatti, tra le altre cose, fa anche percepire la difficoltà del governo (che nel film è anche una specie di antagonista) nel fare quello che è meglio fare. L’animazione è molto accurata, e l’atmosfera, grazie a un uso consapevole delle luci e delle ombre, appare lugubre.

Nightmare Before Christmas, molto amato dalla critica e dal pubblico, è un altro esempio di film in stop-motion dal carattere cupo. I personaggi, infatti, sono interpretati da dei pupazzetti abbastanza terrificanti, che potrebbero facilmente trasmettere inquietudine. Da ricordare è anche La mia vita da zucchina, del 2016, forse uno dei film in stop-motion più incredibili che abbia mai visto, che, diversamente dagli altri, colpisce più interiormente che visivamente.

Su YouTube, poi, è possibile vedere numerosi cortometraggi gratuiti in stop-motion e muti, come Madame Tutli-Putli, del 2007, che regala grandi emozioni, o The Maker, del 2012, che si distingue per una scenografia e una colonna sonora particolarmente malinconiche.

A cura di Rocco Sebastiani

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