Mercoledì 24 Maggio 2023 a Milano una donna è stata colpita con manganellate e immobilizzata con spray al peperoncino da quattro agenti di polizia. Grazie ad un video girato da uno studente, l’accaduto ha riscontrato una rilevanza mediatica non di poco conto, che ha scatenato un dibattito circa i sempre più frequenti episodi di violenza da parte delle forze dell’ordine. Sono state raccolte numerose testimonianze da alcuni cittadini, i quali, nel corso della mattinata, avevano notato che la donna si comportava in modo piuttosto strano ed era in precarie condizioni psicofisiche; ma, tralasciando momentaneamente la cronaca e il movente della violenza, di stampo implicitamente transfobico, perpetrata dagli agenti, ciò su cui dovremmo riflettere è se se sia ammissibile che quattro vigili prendano a manganellate in testa una persona indifesa e stesa a terra.
Partiamo dal presupposto che ogni membro delle forze dell’ordine in Italia, carabinieri o poliziotti che siano, ha il dovere di adoperarsi in contesti di illegalità e davanti a chiunque commetta un reato, al fine di contenere ed eliminare eventuali minacce per la sicurezza pubblica. Nel caso specifico, la Polizia di Stato svolge l’attività di prevenzione e repressione del crimine e di soccorso pubblico; dunque il loro lavoro non è certo quello di un giudice, dotato di capacità e competenze che gli permettono di stabilire la pena da infliggere, tantomeno quello di esecutore della pena. Pertanto deve essere chiaro che i poliziotti non hanno alcun diritto né alcun dovere di servirsi di tale violenza per immobilizzare una persona non violenta e debole fisicamente, a maggior ragione perché, per il ruolo che ricoprono, dovrebbero rappresentare sicurezza e giustizia. Vestire da Stato italiano, infatti, non significa essere autorizzati ad adottare un comportamento che trascende le leggi, né denota la capacità di prendere decisioni sulle vite di altri solo perché si ritiene di avere il potere di farlo. Le scene del video registrato nella mattinata del 24 Maggio, quindi, non evidenziano un normale operato del corpo di Polizia, bensì l’ennesimo episodio di abuso di potere. Oltre al fatto stesso dell’uso illecito della forza da parte degli agenti, è necessario adesso osservare ciò che sta dietro al movente della violenza: la transfobia.
La donna, come si evince dalle riprese, alza le mani in seguito alle manganellate, che però, anche dopo tale gesto, continua insistentemente a ricevere, insieme a calci e botte. Dunque, perché dei poliziotti dovrebbero picchiare una donna disarmata e a terra? Forse perché transfobici, o forse perché non preparati a dovere per il loro mestiere. O peggio, perché si sentono autorizzati dal governo italiano a discriminare con violenza eccessiva chiunque differisca dall’eterosessualità cisgender. Infatti, come da manuale, Stefano Mallau deputato di FDI, non ha aspettato un attimo a schierarsi dalla parte degli agenti esprimendo piena solidarietà e rispetto nei loro confronti. Le indagini sono ancora in corso, e la storia ancora da definire nei particolari, ma davanti a una persona disarmata e sola, picchiata da quattro agenti, sarebbe inaccettabile l’indifferenza e l’assenza di provvedimenti.
A cura di Fiamma Tossani