Un mattino d’agosto Guglielmo Sputacchiera si risveglia in un corpo che gli è estraneo; durante la notte si è trasformato in una donna. La narrazione segue Sputacchiera nei tentativi di riappropriazione dell’originario corpo maschile, intrecciando la ricerca presente alle vicende del passato del protagonista. Sputacchiera è il simbolo di una generazione perduta, quella dei ragazzi nati durante la bolla degli anni Novanta e cresciuti al suo scoppio.
È uno dei «pionieri di un nuovo proletariato colto, consapevole e quindi doppiamente umiliato»1 che vive in una realtà paesana infida e opprimente.
Oltre a toccare argomenti cari al contemporaneo, come la salute mentale, la massificazione della cultura e il valore del corpo nella società, l’autore esplora temi classici, quali lo scontro padre-figlio e città-campagna. Inoltre, come si può facilmente intuire, particolare attenzione è rivolta all’indagine di una sessualità inquieta. In tale percorso riveste un ruolo decisivo la scoperta della pornografia, il suo potere inebriante, la conseguente idealizzazione, nonché rapida trasformazione in vera e propria droga.
Sputacchiera non ha mai visto da vicino il corpo femminile e diventa una donna; da uomo è pornodipendente e da ragazza ha timore di sfiorarsi, ma paradossalmente riesce ad allentare i freni inibitori solo nel nuovo corpo.
È evidente che l’autore ricerca la contrapposizione, la provocazione. Il protagonista, definito solo per antitesi ed esagerazioni, è abbastanza evanescente (più che un uomo sembra la sintesi degli studi filosofici di Ravasio) e proprio quando potrebbe iniziare a prendere consistenza, cioè a seguito del bizzarro ricongiungimento col padre, il libro si interrompe. I personaggi secondari sono molto più tridimensionali e coerenti nella loro caratterizzazione. Tutti, però, condividono il medesimo modo di parlare: lucido, impostato, irrealistico.
Ravasio si serve felicemente dell’ironia, ma spesso la offusca con l’uso esasperato del tono grottesco. Si nota anche la sua cura maniacale per la lingua, nonostante l’apparente ingenuità della prosa.
Questo esordio non è certo un capolavoro, ma vale la pena leggere certi passaggi per conoscere la prospettiva di un giovane che vive nell’Italia contemporanea, o, in alternativa, per ridere di gusto.
A cura di Elisa Tonti
- A. Ravasio, La vita sessuale di Guglielmo Sputacchiera, Quodlibet, Macerata 2022, p. 158