Le diseguaglianze ai tempi del Covid

 Questo articolo fa parte del numero 25 del MichePost, uscito in formato cartaceo l’8 maggio 2021


Il Covid ha scoperchiato le disuguaglianze globali”: questo è quanto emerge dall’analisi di Oxfam, l’organizzazione no profit che si occupa delle disuguaglianze sociali e che cerca di ridurre la povertà a livello globale.

Dunque, oltre ai devastanti impatti sulla salute, questo virus ha anche causato tantissimi divari sociali. Secondo gli studi portati avanti a Marzo ed Aprile 2020 da Van Jones, avvocato, scrittore ed attivista per i diritti civili negli Stati Uniti, il contagio da Covid certamente avuto un impatto colpito di la comunità afroamericana: “Bisogna spiegarlo chiaramente: la comunità nera sarà quella più colpita. Il coronavirus è più pericoloso per noi che per altri. Le differenze economiche, sociali e di salute stanno facendo davvero la differenza in questo momento”. Anche il governatore della Louisiana  John Bel Edwards, ha dichiarato: “Poco più del 70% delle morti in Louisiana sono afroamericane. Questo dato merita molta attenzione e dobbiamo lavorare per capire come invertire questa tendenza”.

Oltre a questo il Covid ha portato anche numerose disuguaglianze di genere. Sempre lo studio di Oxfam ha riportato: “Se nei settori colpiti dalla pandemia da COVID-19 gli occupati fossero equamente ri-partiti tra uomini e donne, 112 milioni di donne in meno correrebbero il rischio di perdere il proprio reddito e posto di lavoro”. Filippo Grandi, Commissario dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, ha dichiarato: “L’impatto socio-economico senza precedenti della pandemia sta mettendo a repentaglio molte vite. Stiamo assistendo a un aumento estremamente preoccupante di segnalazioni di violenza di genere, inclusi casi di violenza domestica, matrimoni forzati, lavoro minorile e gravidanze adolescenziali”.

In Italia, durante il primo lockdown, si è verificato un esponenziale aumento dei femminicidi, a dichiararlo è l’Istat: durante il lockdown i femminicidi sono stati il 50% degli omicidi totali.

Secondo Giuseppe Costa e Antonio Schizzerotto, incide molto anche la professione di una persona: chi porta avanti lavori dirigenziali o lavori intellettuali è più protetto, potendo lavorare anche in smart-working, mentre un operaio avrà certamente molte più possibilità di essere contagiato, così come chiunque altro svolga un mestiere che implica una fisica partecipazione dell’individuo.

Eppure, nonostante questi numerosi divari sociali portati dal Covid, nel PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), si contano solo 17,87 miliardi investiti su inclusione e sociale, meno del 10% dei 191 miliardi totali forniti dall’Europa, a differenza dei 27,6 miliardi proposti dal governo Conte (e non dico questo da sostenitore di Conte e del governo giallorosso, che a mio parere ha gestito in modo sbagliato molte situazioni). 

È evidente che sia in Italia che in tutto il mondo abbiamo grossi problemi di disparità sociale, già preesistenti. Il Covid non ha fatto altro che aumentarli e metterli a nudo. Non possiamo negare che esistano ed è dovere morale di chiunque cercare di abbattere quei muri che dividono la società in ricchi e poveri, bianchi e neri, uomini e donne…Perché questo è fare politica: rendersi partecipe di una lotta alle disuguaglianze, far emergere questi problemi ed abbatterli alla base. Non per un qualche colore politico, ma per giustizia, perché viviamo in un mondo che per tutta la sua storia si è basato sulla “legge del più forte”, sentenza che a mio parere, nella società odierna,  dovrebbe perdere il suo valore. 

A cura di Niccolò Generoso

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