Nella notte del 7 marzo si è tenuto ad Atlanta, Georgia, l’evento NBA più atteso dell’anno: le competizioni All Star.
Durante la giornata si svolgono tre diverse tipologie di sfide individuali, che vedono coinvolti giocatori NBA scelti dalla lega: Dunk contest, Three-point Shootout e Taco Bell Skills Challenge. In serata invece si svolge l’All Star Game, una partita giocata tra il Team East e il Team West, composti rispettivamente dai migliori giocatori scelti dalla Eastern Conference e dalla Western Conference; i cestisti che parteciperanno sono votati direttamente dai fans, e i due che ricevono il maggior numero di voti diventano i capitani delle squadre.
L’All Star Game non è una partita come le altre, ma da sempre è volta a dare spettacolo al pubblico: la competizione è minima, ciò che offre è show allo stato puro. Gli atleti scendono in capo e si “esibiscono” mostrando le loro tecniche e abilità in una partita all’insegna di schiacciate e canestri da centrocampo.
Quest’anno il pubblico non ha potuto essere presente all’evento ma non è affatto mancato il divertimento. La partita si è giocata tra il Team LeBron (Team West), capitanato da LeBron James, e il Team Durant (Team East), capitanato da Kevin Durant (che a causa di un infortunio non è sceso in campo). Alla sua diciassettesima presenza consecutiva all’All Star, Lebron, considerata la situazione di emergenza sanitaria, si era dichiarato contrario all’evento e aveva preannunciato che avrebbe consumato il minimo sforzo in partita e che si sarebbe riposato in vista dei prossimi incontri NBA che lo aspettano. All’inizio del secondo tempo, l’ala dei Lakers decide di ritirarsi in panchina con 13 minuti e 4 punti appena. Come promesso, dunque, è stato presente fisicamente ma non mentalmente. Non solo LeBron, ma anche molti altri giocatori avevano intenzione di non partecipare. A proposito di questo, James Harden, l’attuale playmaker dei Brooklyn Nets, ha dichiarato che i giocatori sono stati forzati a giocare dall’associazione.
Del resto James Harden ha avuto la possibilità di giocare per la prima volta nella sua carriera con Stephen Curry: i due si sono sempre affrontati come rivali nella Regular Season e soprattutto durante le Finals, in cui la guardia dei Golden State Warriors ha quasi sempre avuto la meglio. Quella di Curry è stata una partita memorabile: 28 punti, otto triple e giusto qualche canestro da centrocampo.
La partita si è chiusa con una stracciante vittoria da parte del Team LeBron sul Team Durant per 170-150. A siglare il canestro vincente da ben 15 metri è stato Damian Lillard, il quale, come Curry, ha giocato una partita sopra le righe: 32 punti e otto triple. L’MVP della serata però è Giannīs Antetokounmpo; l’attuale MVP della lega e ala dei Milwaukee Bucks è stato perfetto dal campo: 35 punti e 16/16 canestri realizzati.
A cura di Gabriele Bruni