La nuova peste nera? Per rispondere a questa domanda dovremo fare una breve digressione su che cosa sia questo virus, ma noi non la faremo poiché sappiamo bene che il lettore, essendosi informato direttamente o indirettamente su questo tema così tristemente attuale, ne saprà anche soltanto quanto basta per poter comprendere questo articolo.
Detto ciò, questo breve scritto vuol solamente approfondire l’argomento ed i fatti presenti e futuri sul nostro territorio, che da giorni è oggetto dell’attenzione di media nazionali, europei e mondiali.
Avendo considerato ciò, bisogna innanzitutto lodare comunque le misure messe in atto dal governo attuale per cercare di controllare l’epidemia, ma dall’altra parte bisogna anche dire che i provvedimenti in molti casi si sono rivelati tardivi e poco efficaci. Questo è visibile se consideriamo l’assalto ai treni che sono partiti dalla stazione di Milano, quando la provincia della Lombardia è stata dichiarata zona rossa e posta interamente sotto quarantena. Certo, adesso molti dicono che non sarebbe stato prevedibile, ma, a nostro avviso, si poteva ipotizzare da un lato evitando una fuga di notizie, dall’altro attraverso il blocco e la chiusura preventiva delle zone e delle vie di comunicazione principali e secondarie. A quest’affermazione mi si obietterà che sarebbero state misure drastiche e che avrebbero potuto provocare rivolte tra la popolazione, che però, sempre a nostro modesto parere, si sarebbero potute risolvere con un aumento di forze dell’ordine adeguatamente preparate per gestire l’emergenza.
Dato che, come si dice, la storia non si fa né con i se né con i ma, riteniamo opportuno troncare qui quest’argomento per passare ad altre tematiche importanti.
Il secondo punto che dovremo analizzare è che, nonostante vieti gli assembramenti di persone stabilendo una distanza minima tra gli individui di un metro, il decreto relativo al COVID- 19 – essendo lasciato alla discrezione del cittadino – è molto spesso violato, così come le entrate contingentate nei musei. A sostegno di queste tesi analizzeremo fatti che riguardano da un lato la Toscana, come ad esempio il rave party svoltosi domenica 8 Marzo 2020 in piazza d’Azeglio e la “calca” agli impianti sciistici dell’Abetone, dall’altro i fatti della Lombardia nella quale si segnalano, secondo quanto ci arriva dalle nostre fonti, folle nei bar in particolare durante la sera. A tutto ciò mi si potrebbe obiettare che è meglio questa soluzione piuttosto che la psicosi collettiva. Ebbene, io risponderei che è preferibile mantenere un comportamento troppo razionale, che non deve, però, in alcun modo intaccare l’incolumità sanitaria degli altri poiché, se dovessi fare un richiamo al titolo, il virus non si può ancora assimilare in alcun modo alla peste nera, perché è diverso nella sostanza, ha ancora una mortalità bassa, se la confrontassimo, ad esempio, con l’influenza, e colpisce (per adesso) persone avanti con l’età e con patologie pregresse. Abbiamo scritto “ancora”, poiché il virus muta ogni volta che cambia individuo, quindi sarebbe consigliabile evitare assembramenti per impedire ciò e per evitare di far collassare il nostro sistema sanitario.
Se consideriamo un’ulteriore obiezione fatta dai genitori che, essendo reclusi in casa, si trovano costretti ad intrattenere i bambini in qualche modo, notiamo come – in alcune situazioni- le famiglie vedano la scuola come un “parcheggio” per i propri figli in cui i docenti svolgono la funzione di babysitter a poco prezzo e a spese dei contribuenti, pertanto forse sarebbe il caso di far cambiare questa visione per cercare di evitare inutili polemiche.
Come terzo argomento vorremmo sottolineare come questa epidemia sia stata causata anche dalla mancanza di norme igieniche di base o dalla non curanza di esse; infatti adesso ci tartassano dicendo di “starnutire nel gomito” o “lavarsi le mani” ed altre ancora elementari ed ovvie buone pratiche, che in un paese civile non si dovrebbero ricordare poiché di uso e costume di quella nazione e del suo popolo.
Il quarto punto che potremmo analizzare è relativo alla fuga di notizie successa prima, durante e dopo l’epidemia, che ha contribuito a creare scompiglio ed il saccheggio dei negozi. Per dimostrare ciò nomineremo solo alcuni esempi: il Decreto governativo che in alcuni punti risulta contraddittorio ed ha portato ad una libera interpretazione sia da parte del cittadino sia da parte degli organi ministeriali e la chiusura delle scuole, che è stata prima smentita dalla Ministra Azzolina e poi confermata la sera stessa.
Tutto ciò denota come questo governo sia altamente incapace di risolvere o porre rimedio ad un’emergenza, poiché spesso animato da contraddizioni interne e fuga di notizie anche da parte dei suoi stessi esponenti.
Il quinto ed ultimo punto, anche se non per importanza, potrebbe riguardare il nostro sistema sanitario, al quale non possiamo contestare molto, ma del quale bisogna solo lodare l’operato svolto fino ad adesso dato che sta continuando a funzionare benché le strutture siano quasi piene ed i Pronto Soccorso siano intasati da persone che, spaventate, vanno a richiedere un tampone.
Noi, però, vorremmo sottolineare come il governo avrebbe potuto fare qualcosa per aumentare le strutture ed il personale sanitario vista l’emergenza che dilagava e dilaga in Asia, cercando di procurare o migliorare le strutture sanitarie, organizzandole meglio per evitare affollamenti e possibilità di contagio nei Pronto Soccorso.
Detto ciò, non vogliamo soffermarci molto su questo punto, non perché sia troppo poco importate, bensì perché sarebbe troppo lungo da sviluppare e trattare, pertanto rimandiamo questa discussione o personalmente con il lettore oppure ad un altro articolo futuro.
In queste poche righe che ci restano vorremmo soffermarci ad analizzare la situazione a livello europeo per far riflettere il curioso e cosmopolita lettore sul fatto che in Europa siamo stati fra i primi ad individuare il virus e ad applicare le dovute precauzioni. Abbiamo notato come, però, questo fatto ci abbia dipinto agli occhi del mondo come gli “untori” e ciò abbia provocato soprattutto da parte dei francesi la creazione di pubblicità o annunci governativi che dipingevano noi come sporchi e poco igienici, quando loro non hanno neanche il bidet. Questo ha evidenziato come all’interno della nostra piccola, giovane, bella e utile Unione Europea vi siano ancora notevoli “asti” e forti divisioni interne.
Un altro punto che ci preme sottolineare per il critico lettore è la questione dell’uso dei tamponi per la diagnosi del virus per cui adesso vediamo un’impennata del numero dei contagi in Francia e Germania provocata dal fatto che in quelle due nazioni hanno cominciato ad effettuare i tamponi più tardi rispetto a noi, quindi è normale che sembri che vi sia stato un picco.
Passando alle conclusioni, pur sapendo bene di non aver analizzato tutti i punti e di non aver potuto approfondire troppo la questione non per nostra negligenza ma a causa dello spazio limitato a nostra disposizione, speriamo di poter avere l’occasione di dibattere con i nostri lettori di persona affinché magari si possano porre le basi per un futuro articolo.