Arrival ( regia di Denis Villeneuve,2016 )

Titolo originale: Arrival
Durata: 116 minuti
Regia: Denis Villeneuve
Data di uscita italiana: 19 Gennaio 2017

Il film è basato sul testo “Storia della tua vita”, incluso nell’antologia di racconti “Storie della tua vita” di Ted Chiang e candidato a otto premi oscar, fra i quali miglior film e miglior regia.
Questo ha come protagonista la linguista Louise Banks (Amy Adams) , la quale è stata selezionata dal governo statunitense per comporre una squadra speciale al fine di mettersi in contatto con delle forme di vita extraterrestre, giunte sulla terra tramite dodici astronavi, atterrate in altrettante località differenti.
La storia narrata nel film è avvincente e non cade mai nel banale, riuscendo anche a stupire nel finale con un colpo di scena totalmente inaspettato ma coerente rispetto alla filosofia della pellicola. Particolarmente toccanti sono i flashback di Louise che gettano luce sulla vita privata della protagonista.
La fotografia è ottima ed alcune inquadrature sono assolutamente mozzafiato.
L’interpretazione degli attori è di ottimo livello e si distingue in particolar modo Amy Adams. Il personaggio di Louise, da lei interpretato, è una donna forte ed indipendente, caratterizzata soprattutto per la bravura nel suo lavoro, elemento non comune, anche nel cinema contemporaneo, quando si parla di personaggi femminili .
Idealmente parlando, la figura di Louise dovrebbe essere in contrasto con quella del fisico Ian, interpretato da Jeremy Renner, in quanto  rappresentano due elementi che sono comunemente rappresentati in contrapposizione: la parte letteraria e quella scientifica del sapere. Tuttavia, tale opposizione non si palesa mai nel corso del film e nemmeno viene menzionata, scelta inserita perfettamente in quello che è il messaggio di fondo della pellicola, cioè che l’unione fa la forza.
A primo impatto tale morale potrebbe sembrare scontato e a tratti banale, ma per capirne l’attualità basta guardare un semplice telegiornale che trasmetta notizie di politica. Proprio  grazie all’unione prima di Louise e Ian, ed in seguito degli stati che si sono trovati ad affrontare questa situazione,  si riesce a scogliere l’enigma su ciò  che realmente gli alieni desiderino .
Molti critici hanno disprezzato l’eccessiva lentezza del film nella parte iniziale, ma personalmente la vicenda mi ha appassionato fin da subito, anche se è indubbio che la parte finale abbia una carica di azione decisamente maggiore, tanto da ritrovarmi  letteralmente sul bordo della poltroncina del cinema, cercando di decifrare il messaggio degli extraterrestri. Nonostante la fantascienza sia un genere che non piace a tutti,mi sento di consigliare questo film anche a coloro a cui non piace particolarmente il genere, poiché in “Arrival” non troverete nè scontri esplosivi nè galassie dal nome impronunciabile, ma soltanto la speranza di poter vivere in un mondo più unito.

Duccio Galli

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